Pater Nembrot - Sequoia Seeds (2011)
Go Down Records
Belli i Pater Nembrot, penso tra me e me. Ascolto il primo brano e dico: "cazzo, se sono tutti così c'è da divertirsi". Prodotti dalla Go Down i cesenati Giacomo Faedi (bass), Filippo Leonardi (vocals, guitar, synthesizer), Giulio Casoni (drums) fanno sobbalzare al primo ascolto. Invece, purtroppo, con lo scorrere dei brani ci si rende conto che così non è per tutti i pezzi. La sensazione è che la successione dei brani tolga omogeneità al platter. Dalla psychedelia al grunge, accenni stoner e sfumature metal nelle armonizzazioni per terze passando per varie imprecisioni che sinceramente sarebbe stato meglio eliminare in fase di editing. Sequoia segna, da una parte, il punto più tranquillo dell'album, e dall'altra una chiara svolta stilistica, a tratti troppo approssimativa. La successiva 'Once Were Mud' rimanda a certe cose dei Soundgarden lambiti da qualcosa doom. La chitarra non manca quasi mai di pasticciare in fase di frase/solo. Si torna ad atmosfere più soft con Awakening With Curiosity, la voce rimane quasi sempre dietro e sembra, ancora, un Chris Cornell questa volta non male. Ritmo più 'tirato' per Ratla Klim che, però, non lascia il segno. L'album si chiude con la psychedelica No Man's Land. Troppo confusionaria, pare priva di un senso logico. Il solo della chitarra non incide. Poi verso il minuto 7 si accende e regala qualcosa in più. Segue altro solo di chitarra che sembra uscito da un disco differente, il suono appartiene ad altro genere. Troppe cose sconnesse. Eppure qualche idea c'è. Peccato. Due pezzi sono troppo pochi per un disco. Eppure qualcosa c'è...
1 The Weaner
2 H.A.A.R.P.
3 Supercell
4 Three Gorges Damn'
5 The River
6 Sequoia
7 Once Were Mud
8 Awakening With Curiosity
9 Ratla Klim
10 No Man's Land
65/100
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