Massima di vita

Il giudizio e le recensioni qui riportate, pur nel tentativo di essere obiettivi, risentono del gusto e dell'esperienza di chi scrive.
Judgment and reviews given here, while trying to be objective, are affected by the taste and experience of the writer.


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Friday, August 12, 2011

Sungrazer - Mirador (2011)






















Sungrazer - Mirador (Elektrohasch EH 150 2011)

I Sungrazer: Rutger Smeets (guitar, vocals), Sander Haagmans (bass, vocals), Hans Mulders (drums) sono 3 freak olandesi che rappresentano uno dei gruppi più interessanti in giro in questo momento. Già avevano ben impressionato col loro primo lavoro omonimo del 2010 ed oggi si ripetono con l'ottimo Mirador. I Sungrazer si muovono in territori soft-stoner misto a psichedelia ed hanno il pregio di suonare bene ma soprattutto di essere abbastanza riconoscibili ed avere uno stile personale. L'introduttiva 'Wild Goose' e la successiva 'Octo' racchiudono tutto il potenziale della band dove accenni stoner (mai banali) si fondono con divagazioni improvvisativo psichedeliche che, seppure derivative, lasciano il segno ed conferiscono all'insieme un'idea omogenea costante. Bello il giro introduttivo di 'Sea' a la Earth ed il suo sviluppo che ondeggia tra stoner ed ambientazione che, con suoni differenti, ricorda qualcosa dei nostrani Void Generator. Certamente uno degli highlights del platter. Stesso andamento per 'Goldstrike'. La seguente 'Behind', che dura quasi 14 minuti, deve necessariamente essere considerata la suite del disco dove trovano spazio gli immaginabili piano forte già incontrati sin'ora. Identico discorso per 'Mirador' e la finale '34 & More'. Bravi i Sungrazer ai quali, per onestà intellettuale, va mossa l'unica critica di aver prodotto un disco che poggia incessantemente su brani aventi - più o meno - la stessa velocità metronomica e lo stesso feel. Alla lunga logora un poco.
The Sungrazer: Rutger Smeets (guitar, vocals), Sander Haagmans (bass, vocals), Hans Mulders (drums) are 3 Dutch freak as one of the most interesting bands around at the moment. They had already impressed with their first self-titled 2010 and is now repeated with the excellent Mirador. They move into soft-stoner mixed with psychedelia territories and have the advantage of a good playing, but above all, to be recognizable and a personal style. The introductory 'Wild Goose' and subsequent 'Octo' encompass the full potential of the band where stoner hints (never dull) fuse with improvisational psychedelic ramblings, albeit derivative, leave their mark and give the whole an homogeneous and constant idea. Nice the introductory riff of 'Sea' a la Earth and its development, which hovers between stoner and that, with different sounds, remember something of our own Void Generator. Certainly one of the highlights of the platter. Same trend for 'Goldstrike'. The following 'Behind', which lasts almost 14 minutes, must necessarily be regarded as the suite of the work where they having room the imaginable piano and forte we've found so far. Same goes for 'Mirador' and '34 Final & More '. Bravi Sungrazer to which, for intellectual honesty, the only criticism to be moved is have produced a disc which rests unceasingly on songs with - more or less - the same speed and the same feel. In the long run wears down a little.
Tracklist

1 Wild Goose 5:22
2 Octo 3:13
3 Sea 8:09
4 Goldstrike 5:00
5 Behind 13:50
6 Mirador 8:27
7 34 & More… (ft. Willem Philipsen) 4:35

75/100

Thursday, August 11, 2011

Causa Sui - Pewt'r Sessions 2 (2011)





















(El Paraiso EPR006 2011)
I danesi Causa Sui suonano insieme sin dalla tenera età e approdano al loro settimo album con questo Pewt's Sessions 2 per la altrettanto danese El Paraiso. 3 brani in puro stile kraut/psych/prog, quindi improvvisazioni a non finire alla Amon Duul, scordature più o meno volute ed effetti che condiscono il tutto di tanto in tanto. Una sorta di Motorpsycho terza maniera con più modesti risultati. Azzeccate le dinamiche di Garden of Forking Paths che apre il disco con ben quasi 24 minuti. Bello il groove col quale apre Gelassenheit sopra al quale una chitarra kraut strofina note quasi sempre 'out' producendosi - tra l'altro - in errori piuttosto evidenti. Wha immancabile, lo stesso cliché del primo pezzo. Il terzo ed ultimo brano ricorda vagamente l'incedere del basso della zeppeliniana Dazed and Confused (ho detto 'vagamente...'), decisamente il brano più riuscito. Magari fossero stati tutti così. Buon disco, ma non è assolutamente sufficiente a far gridare al miracolo come scritto il alcune recensioni europee. In Italia abbiamo diversi gruppi in grado di suonare, più o meno le stesse cose ma molto meglio. Vi siete mai chiesti perché la nostra fanteria non riesca a raggiungere (almeno) i medesimi livelli di rispetto e notorietà ?
The danish Causa Sui played together from an early age and calling for their seventh album with this Pewt's Sessions 2 for the same Danish El Paraiso. 3 songs in the pure kraut / psych / prog style, no ending impro a la Amon Duul, out of tuning more or less wanted, and effects that took that season all from time to time. A sort of third way Motorpsycho with more modest results. Well-aimed the dynamics of Garden of Forking Paths, which opens the disc with as many as nearly 24 minutes. Nice groove which opens the next Gelassenheit above which a kraut guitar rubs notes almost always 'out', producing - among other things - in rather obvious mistakes. Inevitable wha, the same cliches of the first track. The third and last song vaguely reminiscent of the march of Dazed and Confused (I say 'vaguely ...'), definitely the most successful song. Maybe they were all like that. Good record, but it is not enough to make a miracle as written some reviews in Europe. In Italy we have several teams capable of playing, more or less the same thing but much better. Have you ever wondered why our infantry can not reach (at least) the same level of respect and notoriety?
Tracklist
A Garden of Forking Paths 23:37
B1 Gelassenheit 11:47
B2 Brassica Blues 11:15

65/100

Wednesday, August 10, 2011

Gandhi's Gunn - Thirtyeahs (2010)






















Gandhi's Gunn - Thirtyeahs (2010)
Taxi Driver Records
I GG sono di Genova ed anche l'etichetta che li produce. Fa piacere che, ad oggi, ci siano diverse band in Italia capaci di tirare fuori un disco così. Anni addietro era impensabile, e per una questione di professionalità di addetti ai lavori e per una questione legata ad ambienti culturali. Solo che, adesso, fare un disco del genere significa sguazzare nell'ovvio, nel commerciale oserei. Otto pezzi che non dicono nulla rispetto a quanto detto sin'ora da centinaia di band. Vuoi Stoner (ma manco tanto), vuoi heavy metal, ma siamo alle solite cose. Si sa anche che in Italia, è sufficiente che qualcuno colga al volo un trend per farlo assurgere ad eroe nazionale. I Primus, per contro, se fossero nati a Genova, non se li sarebbe filati nessuno. Per fortuna loro, erano americani. Potremmo citare chissà quanti gruppi nascosti tra le note dei Gandhi's Gunn ma sarebbe inutile. Heavy rock trito e ritrito dall'inizio alla fine. Un disco per neofiti.
The GG are from Genova and also the label that produces them. It is nice that, so far, there are several bands in Italy capable of produce a platter like that. Years ago it was unthinkable, as a matter of professionalism and as a question of cultural environments. Only, now, making a record like that means wallowing in the obvious, I would dare to say commercial. Eight pieces that say nothing compared to what was said by hundreds of bands so far. You'd say Stoner (more or less), you'd say heavy metal, but we have the usual things. We also know that in Italy, it is enough caughting a trend on the fly to make someone a national hero. Primus, on the other hand, if they were born in Genoa, they didn't have any follower. Fortunately for them, they were americans. We could mention a bunch of bands behind the notes of Gandhi's Gunn but it would be useless. Corny heavy rock from start to finish. A work for beginners.
Tracklist
1. Overhanging Rock
2. Going Slow
3. Man Of Wisdom
4. 23 Bodies
5. Club Silencio
6. Lee Van Cleef
7. A Night So Long
8. End Title
45/100

Tuesday, August 9, 2011

Stöner Kebab - Super Doom (2010)






















Stöner Kebab - Superdoom (2010)
Cynic Lab CL10
Stoner Kebab è un mostro doom che viene da Prato. Apre 'Tom Bombadil' con chiare intenzioni doom, ma mescolate a soluzioni soniche che non distano molto dalla psichedelia moderna. Chitarre lente e pesanti forniscono il supporto ad una voce a tratti sgraziata e lamentosa. Convincono le intrusioni vagamente progressive, meno il risultato finale. Segue 'Viverna' che velocizza lo stesso mood e che presenta lo stesso modo di cantare che non riesco a sopportare, quasi speech. Personalmente, mai piaciuto. Sempre buoni gli interventi da 'digressione' che lo distanziano da gente come Mastodon o Baroness, per farvi un'idea. Belle le tastiere finali. 'Iron Tyrant' inizia con una voce tipica dei mostri cattivi che mettono paura ai bambini. Una colonna sonora dell'orrore che dura quasi 3 minuti. 'Astronavi Domani' è invece la cover dei Pink Floyd. Il miglior pezzo fin'ora. Ascoltatela perché ne vale la pena. Interessante l'armonica di 'Ibuki', che è un secondo brano interessante, poi la voce gutturale risuona con tono cupo e gutturale...cazzo sarà mai successo a Prato !? E' l'attitudine punk-hardcore (in un disco doom ?!?!...direte voi) di alcuni passaggi che mi fanno passare al pezzo successivo. Ancora interessante l'armonica. Certo, al sesto pezzo il peso del disco si comincia a far sentire...Vado con la conclusiva title track imperniata su un accordo cadenzato. Un disco monocorde che non manca di idee, anche se ancora troppo congestionate in qualcosa di troppo sentito e - a tratti - adolescenziale. Buoni i tentativi di personalizzare il tutto ma non li ritengo completamente riusciti perhché troppo legati a stilemi tipici del Doom.
Ah ! Lo stoner non c'entra nulla con gli indemoniati di Prato...
Stoner Kebab is a monster doom that comes from Prato. Opens 'Tom Bombadil' doom with clear intentions, but mixed with sonic solutions that are not far from modern psychedelia. Slow, heavy guitars provide support to a voice sometimes awkward and plaintive. Some intrusions vaguely progressive convince, less the final result. Then we have 'Viverna' that speeds up the same mood and that has the same kind of singing that I can not bear, almost speech. Personally, I never liked. Always good the interventions to diversion that make it distant from people like Mastodon or Baroness, to get an idea. Fine the end of keyboards. 'Iron Tyrant' starts with a typical entry of evil monsters to scare children. A soundtrack of the horror that keeps on about 3 minutes. 'Astronavi Domani' is instead a cover of Pink Floyd. The best piece so far. Listen to it because it's worth it. Interesting harmonic has 'Ibuki', which is a second interesting track, then the voice throaty and guttural sounds somber tone... fucking hell...what's happened in Prato!? Is the hardcore-punk attitude (in a doom record?!?!... you guess...) of some passages that makes me go to the next piece. Still an interesting harmonica. Of course, with the sixth song, the weight of the disc begins to feel... I'm going with the closing title track hinges on a monotonous and cadenced chord...A disc that does not lack ideas, although still too congested in something too heard yet, and - traits - adolescent. Good attempts to customize everything but I think they not completely successful because, may be, still too bonds to styles typical of Doom.
Ah ! The stoner style has nothing to do with the demons of Prato ...
Tracklist

01. Tom Bombadil
02. Viverna
03. Iron Tyrant
04. Astronavi domani
05. Ibuki
06. New Church
07. Super Doom
65/100



Wednesday, August 3, 2011

At Devil Dirt - At Devil Dirt (2011)




















At Devil Dirt - At Devil Dirt (chi 2011)
Corvus Discos
Prendete nota di questo nome: At Devil Dirt. Nestor Ayala alla voce Francisco Alvarado vengono da Santiago del Cile e - da soli - fanno molto più casino di una band doom con doppia chitarra. 12 pezzi che potete comodamente ascoltare dal balcone di casa vostra mentre i due maledetti fanno le prove giù in cantina, non avranno difficoltà a raggiungervi, le stilettate. Impostazione Om ma con la chitarra a posto del basso, No Puedo Mas sembra un pezzo suonato dai Soundgarden con Homme alla voce. Solo con una tonnellata di bassi in più. You Know it vede ancora una emulazione personale di Homme alla voce ed un'attitudine punk del ritmo. Bravo Francisco il batterista che non rimane 'indietro' come solitamente succede in questi casi. Rockanrolla è proprio rock and roll ma suonato con doppie voci. Poche cose ma incazzatissime. Immaginate un continuo sgorgare di riff semplici ma efficaci suonati con una sola chitarra che copre completamente le frequenze del basso dove una voce apparentemente soave e leggera tesse melodie fresche e leggiadre. Un continuo di motivetti che fuoriescono da un magma impazzito, lapilli di fuzz che il Vesuvio del 79 d.c. impallidirebbe. Un assassino che canticchia canzoni della nonna mentre vi accoltella. Non mancatelo, altrimenti Nestor e Francisco vi verranno a cercare a casa...
Take note of this name: At Devil Dirt. Nestor Ayala (guitar and vocals) and Francisco Alvarado (drums), are from Santiago, Chile, and - by themselves - they make more mess of a doom band with two guitars. 12 pieces that you can comfortably listen to from the balcony of your home while they are having their rehersals down from their basement, will have no difficulty to reach you, the stabs. Om setting but with the guitar instead of a bass, 'No Puedo Mas' looks like a piece played by Soundgarden with Homme on vocals. Only with a ton of bass more. 'You know it' still sees a personal emulation of Homme's voice and a punk attitude of rhythm. Bravo the drummer Francisco that is not 'back to the beat' as usually happens in such cases. Rockanrolla it's just rock and roll but played with some double vocals. A few things but super-pissing. Imagine a continuous flow of simple but effective riffs played with one guitar that completely covers the low frequencies of a bass-guitar where a seemingly sweet and light voice weaves fresh and graceful melodies. A continuum of tunes that come from a mad magma, fuzz lapillus that Vesuvius in 79 a.c. would pale. A killer who sings songs of your grandmother while stabbing. Not to be missed, otherwise you will be Nestor and Francisco to look at home ...

Tracklist

1 No Puedo Más
2 You Know it
3 Rockanrolla
4 She's Not Mine
5 Ven por mi
6 No Pude ver el Sol
7 Tragos de Placer
8 Vida
9 Mar Gris
10 That's The Way I Like It
11 El Dios que faltaba
12 Fuck Madonna

85/100